Champagne Deutz – L’eleganza del tempo
di Manlio Giustiniani, Champagne expert
Attraversando l’imponente portale di Rue Jeanson ad Aÿ, si entra in un luogo dove la storia della Champagne si respira in ogni dettaglio. Le facciate della Casa, fedelmente ricostruite dopo gli incendi dell’inizio del secolo scorso, raccontano due secoli di passione e resilienza. Al centro del cortile troneggia la celebre scultura in bronzo dell’Amour de Deutz, l’angioletto che simboleggia l’anima della Maison. All’interno, arredi in stile napoleonico di metà Ottocento accompagnano il visitatore in un viaggio nel tempo, tra eleganza e memoria.
William Deutz e Pierre-Hubert Geldermann, entrambi nati ad Aquisgrana nel 1809 (e scomparsi lo stesso anno, nel 1884), giunti ad Aÿ nel 1830 per lavorare nel commercio del vino, otto anni più tardi,nel 1838, fondarono la loro propria maison de négoce, dando vita a un’avventura che in breve tempo superò i confini della Champagne: i loro vini conquistarono i mercati di Londra, New York e San Pietroburgo. Convinti che solo un grande vigneto possa conferire prestigio a un grande vino, Deutz e Geldermann investirono rapidamente nell’acquisto di parcelle di qualità, gettando le basi di una filosofia che ancora oggi guida la Maison: il rispetto assoluto del terroir e del tempo.
Dal 1993, con l’ingresso nel gruppo Roederer Collection, Deutz ha intrapreso un percorso di consolidamento e modernizzazione, divenendo un modello di eccellenza nella ricerca della purezza e dell’equilibrio. La filosofia si traduce in Champagne di straordinaria profondità, caratterizzati da un’effervescenza finissima e da una tensione gustativa che unisce potenza e grazia.
La Maison Deutz, oggi, con l’arrivo di Caroline Latrive come nuova chef de caves nel 2022, apre un nuovo capitolo della sua storia, rimanendo fedele a un principio cardine: l’eleganza come forma di precisione. il presidente Fabrice Rosset ha lasciato il suo incarico dopo ventisei anni di direzione e una carriera esemplare di quasi mezzo secolo all’interno del gruppo Roederer. Al suo successore Marc Hoellinger ha consegnato una splendida eredità, fatta di rigore, visione e rispetto per il tempo del vino.
La vigna e la sostenibilità
La viticoltura sostenibile è da decenni parte integrante della filosofia Deutz. Nutrire i suoli con soli elementi naturali significa restituire vitalità alla terra e ottenere un profilo di vino autentico, espressione della natura e non della tecnica. È un valore imprescindibile per l’ottenimento dell’eccellenza. Il parco vitato della Maison, che si estende per circa 50 ettari nelle migliori zone della Champagne — Aÿ, Verzenay, Bouzy, Ambonnay, Avize, Le Mesnil e Oger — è già certificato Viticulture Durable en Champagne (VDC) e Haute Valeur Environnementale (HVE), ed è oggi in conversione biologica. A questo patrimonio si aggiungono circa 350 ettari di approvvigionamenti esterni, provenienti da villaggi classificati Grand Cru e Premier Cru, che assicurano una costanza qualitativa impeccabile per una produzione annua di circa tre milioni di bottiglie.
La precisione in cantina
Nel cuore della Maison, 220 vasche d’acciaio sono dedicate alla vinificazione parcellare, che permette di esaltare l’identità di ogni terroir. La fermentazione malolattica è sempre svolta per garantire rotondità e armonia. Gli Champagne riposano poi in tre chilometri di gallerie scavate nel gesso, a più di trenta metri di profondità, dove temperatura e umidità costanti offrono condizioni ideali per un lungo affinamento. È qui che nasce l’equilibrio perfetto tra forza e raffinatezza, cifra distintiva dello stile Deutz. La selezione e l’assemblaggio delle cuvée rispondono a una visione di libertà creativa, guidata dall’obiettivo di raggiungere il massimo livello qualitativo in ogni annata. Questo spirito si riflette nel lavoro di Caroline Latrive, che mette in luce il suo savoir-faire attraverso una sensibilità tecnica profonda e una lettura moderna della tradizione.
Una Maison iconica e indipendente
L’obiettivo di domani per Deutz è rimanere una Maison iconica, esclusiva e indipendente, fondata su una solida base enologica che pone il vino al centro di tutto. Con un’attenzione particolare alla purezza dei frutti provenienti dal villaggio di Aÿ e alla maestria nella creazione di cuvée dal perlage sottilissimo. Caroline Latrive continua a definire uno stile che è insieme classico e contemporaneo: fresco, elegante e luminoso. Lo stile Deutz, fatto di misura e profondità, continua a incarnare il motto non scritto della Maison: “Il tempo è il più grande alleato dell’eleganza.”
Abbiamo degustato:

Champagne Deutz – L’armonia del Brut Classic
Nella visione di Deutz, il Brut Classic rappresenta l’essenza dello stile della Maison: un equilibrio ideale tra freschezza e profondità, rigore tecnico e grazia naturale. È un classico che si rinnova ogni anno, espressione dell’arte dell’assemblaggio portata al più alto livello di precisione da Caroline Latrive, oggi alla guida della creazione dei vini.
Composto da un assemblaggio del 45% Chardonnay, 30% Pinot Noir e 25% Meunier, nasce da uve provenienti da 62 villaggi selezionati, con un’importante percentuale di vini di riserva (57%) delle annate 2018, 2019 e 2020, a garanzia di continuità e profondità gustativa.
La vinificazione avviene in contenitori inox con svolgimento della malolattica a favore di una tessitura più morbida e armoniosa. Dopo un affinamento di 24 mesi sui lieviti, il dégorgement è avvenuto nell‘aprile 2024 con un dosage di 6,5 g/l. Il risultato è uno Champagne che coniuga precisione e naturalezza, l’equilibrio tra energia e misura che da sempre definisce la Maison Deutz.
All’olfattiva, si apre su profumi di frutta fresca, mela, pesca di vigna, pera e lievi accenti esotici di mango, toni agrumati e floreali di tiglio, biancospino e glicine. Emergono sfumature di pasta di mandorla, brioche e nocciola tostata. Al palato rivela una texture setosa ed elegante, sostenuta da una freschezza vivace e da una effervescenza fine e cremosa. L‘acidità è perfettamente integrata e una tensione sapida ne prolunga la scia gustativa con una leggera nota minerale e iodata che conferisce verticalità e tensione con una persistenza che fonde la raffinatezza aromatica con la purezza del gesso. Il Brut Classic è lo Champagne della regolarità e dell’equilibrio, un vino che riflette la precisione della Maison e la sua capacità di tradurre la complessità della Champagne in un linguaggio di finezza. Champagne vivace e armonioso, di grande pulizia gustativa e straordinaria fedeltà allo stile Deutz, offre un piacere immediato ma mai superficiale.
Rosè: Un gioco di luce e materia
Composto dal 75% Pinot Noir (di cui il 4,5% di Aÿ e Mareuil-sur-Aÿ vinificato in rosso), il 23% di Chardonnay e il 2% di Meunier dell’annata 2021 con un’aggiunta del 5% di vin de réserve provenienti da Grand e Premier Cru. Questo Champagne rosé nasce da un mosaico di terroir prestigiosi: Aÿ, Mareuil-sur-Aÿ, Ambonnay, Bouzy, Verzenay e Verzy per il Pinot Noir; Avize e Oger per lo Chardonnay. L’affinamento sui lieviti dura circa 30 mesi, con un dosaggio di 6,5 g/l.
La vinificazione del vino rosso segue una macerazione prefermentativa a freddo, studiata per estrarre il frutto e il colore. Il risultato è un rosé di raffinata eleganza, capace di unire finezza e vinosità, in perfetto equilibrio tra la potenza dei Pinot Noir e la luminosità degli Chardonnay della Côte des Blancs. All’olfattiva, un bouquet delicato di piccoli frutti rossi, ciliegia, mora, melograno e ribes, si intreccia a sfumature floreali di violetta e a tocchi di albicocca, pompelmo e rabarbaro. Al palato è ampio, fresco e armonioso, tornano le note fruttate di fragoline e lamponi, in un sorso agrumato, teso e salino, con un finale elegante, lievemente amaricante e iodato. Un rosé di grande equilibrio e intensità, che celebra l’arte dell’assemblaggio e la bellezza di un gioco sottile tra materia, luce e trasparenza.
Amour de Deutz 2014 – La grazia della luce
100% Chardonnay
È un vibrante tributo all’eleganza dello Chardonnay. Rappresenta la ricerca di purezza, profondità ed emozione. È il punto d’incontro tra il tempo e l’eccellenza del terroir, tra la finezza del frutto e la grazia dell’affinamento. Si esprime attraverso tre dimensioni del piacere: ampiezza, profondità e lunghezza. Le uve provengono esclusivamente da Grand e Premiers Cru: Avize apporta ampiezza e tensione salina; Oger regala generosità fruttata; Chouilly offre un’eleganza ariosa; Mesnil-sur-Oger contribuisce con una purezza cristallina; Villers-Marmery completa il quadro con potenza aromatica e sfumature esotiche. Un assemblaggio preciso, scolpito nella luce, che restituisce pura emozione ad ogni sorso. La vinificazione, condotta in vasche di acciaio inox per preservare brillantezza e precisione, è seguita da un affinamento sui lieviti di quasi nove anni con un dosaggio di 7,5 g/l. Il tempo trasforma lo Chardonnay in un intreccio di finezza e tensione, esprimendo la quintessenza della Maison Deutz. Dopo un inverno molto piovoso, la fioritura beneficiò di una primavera mite e asciutta. L’estate, più fresca e umida, rallentò il ciclo vegetativo ma con il ritorno del bel tempo a settembre, la maturazione delle uve procedette in maniera ideale.
All’olfattiva si apre su profumi di grande complessità e raffinatezza: fiori bianchi, rosa delicata e pesca si fondono a note di cedro e albicocca, brioche e burro fresco, in un insieme luminoso e seducente. Emergono sfumature di frutta gialla matura, pesca di vigna, mirabella e mango, accarezzate da toni mielati. Il bouquet evolve verso sensazioni di agrumi canditi, frutta esotica e pasticceria che si intrecciano a speziature di noce moscata, vaniglia, mandorla tostata sino a tocchi mentolati, cacao e caffè in torrefazione, espressione dell’affinamento prolungato sui lieviti.
Al palato, il vino è ampio, setoso e cristallino, con una freschezza vibrante e un perfetto equilibrio tra acidità e cremosità. La struttura è levigata, attraversata da una tensione minerale che prolunga la persistenza. Il finale, lungo e salino, rivela una sensualità misurata, fatta di luce e materia, Una chiusura raffinata, sottolineata da delicate speziature, che lascia un ricordo di agrumi, miele e sale marino. Champagne affascinante, unica e divina espressione dello Chardonnay,
Hommage à William Deutz 2018 – La Côte Glacière e Les Meurtet
Le due nuove cuvée sono nate per rendere omaggio al fondatore della Maison, William Deutz, che fu – come ricorda la storia – “profondamente affascinato” dai vigneti collinari di Aÿ fin dal suo arrivo nella regione, nel XIX secolo. Espressione di due parcelle simboliche del villaggio, La Côte Glacière e Les Meurtet, questi Champagne intendono riflettere “lo splendore del terroir di Aÿ in vini eleganti e raffinati”.
Due parcelle, due anime
Due espressioni, due identità, quasi gemelle ma radicalmente diverse nella loro natura profonda.
Le nuove cuvée parcellari, pensate per onorare la terra e l’eredità della Maison, incarnano la filosofia più intima di Deutz: il tempo, che sia quello della vigna, della fermentazione o dell’affinamento in cantina, è considerato un ingrediente essenziale della creazione del vino. In teoria, tutto accomuna queste due interpretazioni del Pinot Noir: stesso vitigno, stessa annata (2018), stessa data di dégorgement (aprile 2024) e identico metodo di vinificazione (100% inox con fermentazione malolattica svolta). Eppure, a separarli bastano cento metri di collina, sufficienti a cambiare il volto del vino. Su Les Meurtet, parcella di 2,4 ettari, il profilo è più diritto, offre un fruttato di ribes e lampone. Su La Côte Glacière, (1,9 ettari) invece, il frutto si fa più scuro, maturo e profondo, con sentori di mora e liquirizia.
L’esame geologico svela le radici di questa dualità.
Su Les Meurtet, situato a metà pendio con esposizione est-nord-est, il sottosuolo di craie è friabile: le radici vi penetrano facilmente, assicurando nutrimento anche nei periodi di stress idrico. Ne nasce un Pinot Noir di grande finezza ed eleganza, mai eccessivo, nonostante la maggiore profondità del suolo prima di raggiungere la craie (circa 1,40 metri). Un sottile strato di silex, presente appena sopra il gesso, dona al vino una inconfondibile nota di pietra focaia. “Qui, l’energia è più verticale” – spiegano in Maison – e in effetti Les Meurtet si esprime con freschezza, tensione e purezza. Le mattine vi sono generose, le serate più fresche, e l’aria si arricchisce di una luminosità nitida, che amplifica la precisione del frutto.
A contrasto, La Côte Glacière si trova alla base del pendio, proprio sopra le cantine storiche, un vero e proprio giardino sospeso sopra le cantine”. Il suolo è più sottile e il sottosuolo gessoso forma una massa compatta che limita la penetrazione delle radici. L’esposizione a pieno sud e l’età più avanzata dei ceppi – una selezione massale piantata negli anni Sessanta – conferiscono al vino una maggiore concentrazione e una ricchezza materica che si equilibra con la salinità finale, segno distintivo del gesso profondo. Ne nasce un Pinot Noir intenso e solare, dalla trama strutturata e vellutata, che al palato rivela note di frutta nera matura, cacao amaro e un finale iodato, autentica firma di un terroir crayeux d’eccezione. In degustazione, le due cuvée rivelano chiaramente il dialogo tra luce e profondità che anima il terroir di Aÿ. La Côte Glacière 2018 si distingue per il suo carattere opulento, generoso e ricco, mentre Les Meurtet 2018 si mostra più trattenuto, con una trama vellutata e un profilo equilibrato e fresco. Due Champagne che, pur nati dallo stesso suolo e dalla stessa mano, esprimono la pluralità di un terroir unico e la forza di una Maison capace di far parlare la terra con voce distinta, nitida e autentica. Nei due calici, è proprio la craie di Aÿ a mormorare, tra luce, profondità ed emozione. Sono state tirate meno di 6200 bottiglie per ciascuna di queste due cuvée, tutte numerate a mano. Una rarità voluta, quasi un manifesto discreto.