
Saint Vincent ad Avize: Tradizione, Vino e Convivialità
Un Giorno Speciale nella Champagne Segreta
Ogni anno, il 22 gennaio, la Champagne si ferma per rendere omaggio a Saint Vincent, patrono dei vignaioli. È una giornata che segna simbolicamente l’inizio della potatura delle viti, ma per chi la vive davvero, è molto di più. È un rito, un momento di comunità, una celebrazione che fonde sacro e profano, dove la tradizione si tramanda con un bicchiere in mano e il cuore rivolto alla terra.
Quest’anno ho avuto l’onore di partecipare alla celebrazione più esclusiva di Avize, riservata ai vignaioli e ai loro amici più stretti. Non è un evento aperto al pubblico, non ci sono turisti o curiosi. Solo persone che vivono il vino ogni giorno, che lo sognano e lo respirano, che lo fanno nascere e crescere nelle loro vigne. È uno di quei momenti in cui ti rendi conto di quanto la Champagne sia una grande famiglia.
La Cerimonia: il Battito della Comunità
La giornata è iniziata con una colazione nella cantina di Adrien Dhondt, il vigneron incaricato quest’anno di passare il bastone di Saint Vincent a Charlotte De Sousa. Un gesto semplice, ma carico di significato: è il passaggio del testimone, il simbolo della continuità tra generazioni di vignaioli.
Nella sacrestia, prima della messa, il bastone, il vin clair dell’annata corrente e il pane brioche sono stati preparati per la benedizione. È uno di quei momenti in cui si percepisce tutto il peso della tradizione: il vin clair rappresenta il futuro, il pane la comunità, il bastone la responsabilità.
La chiesa di Avize era gremita. Il momento più toccante è stato il passaggio ufficiale del bastone: Adrien Dhondt ha consegnato il simbolo della confraternita a Charlotte De Sousa, che guiderà la comunità per il prossimo anno.
Il Corteo e il Carro del Tempo
Usciti dalla chiesa, il villaggio si è trasformato in una scena d’altri tempi. Il corteo ha attraversato le strade con i vignaioli avvolti nei loro mantelli blu e i bambini vestiti in abiti tradizionali, seduti su un carro trainato da un cavallo nero imponente.
Il carro era decorato con fiori e pane brioche, un simbolo di abbondanza e prosperità. È un’immagine potente, che riporta a quando la Champagne era prima di tutto una terra di agricoltori, molto prima del lusso e delle etichette dorate.
Il Pranzo: Tra Brindisi, Pasta e Krug Jeroboam
Dopo la cerimonia, la festa si è spostata nei locali della celebrazione, dove 300 persone si sono riunite per un pranzo memorabile. Lo chef stellato di Substance (Parigi) ha preparato un piatto di pollo e penne, un dettaglio che ha scatenato la curiosità dei vignaioli francesi. “Gli italiani amano la pasta”, dicevano ridendo, servendocene porzioni infinite.
Ma il vero spettacolo è stato il vino. E che vini!
Le Bottiglie della Giornata
- Krug Grande Cuvée 162° Edition Jeroboam
Olivier Krug in persona ha portato otto Jeroboam per l’occasione. Servire il Krug in questi momenti ha un fascino incredibile: è Champagne che unisce, che non si beve, ma si celebra. In un bicchiere, l’eleganza assoluta, la profondità di una maison che ha fatto la storia. Un sorso e senti frutta secca, nocciole tostate, un velo di agrumi canditi e quella cremosità infinita. - Champ Bouton 2019 della Rogerie
Uno di quei vini che ti prendono per mano e ti portano dritto nella vigna. Grande verticalità, tagliente, con una mineralità che sembra scavata direttamente nel gesso di Avize. - Jacques Selosse Millésime 2008
Lo aspettavo con ansia, ma l’ho trovato in una fase leggermente calante. L’evoluzione sta facendo il suo corso, la freschezza è ancora lì, ma la spinta citrica si sta affievolendo. Sarà colpa di questa famigerata 2008? O solamente una bottiglia sfortunata? - Etienne Calsac 2016
Una bottiglia introvabile, una vera chicca. Ho adorato la sua struttura ancora vivissima, la sua capacità di raccontare il terroir con energia e precisione. - Larmandier-Bernier
Una delle prime bottiglie stappate, fresca e vibrante come sempre. Perfetta per aprire la festa con il piede giusto. - Aurore Casanova Puisieulx Grand Cru
Un Blanc de Blancs di grande personalità, prodotto da una vigneronne che sta emergendo come una delle più talentuose della Champagne. Un vino biodinamico che affina per 36 mesi sui lieviti, senza filtrazioni. - Geoffroy Terre 2015
Un grande Champagne di René Geoffroy, che incarna la mineralità e la profondità del terroir di Cumières. Equilibrato, ricco e intenso, con oltre 10 anni di affinamento sui lieviti. Un vino che lascia il segno. - Champ Bouton 2020 di Jonas Collino (Anteprima)
Un’anteprima assoluta, in uscita a fine 2025. Un vino che ha già lasciato il segno per la sua freschezza e il suo profilo vibrante, con una purezza espressiva che promette di sorprendere quando raggiungerà la piena maturità.
E poi i bicchieri… Qui non si usa il classico flute, ma il piccolo Blida, il bicchiere della vendemmia. Una tradizione che richiama il passato, quando il vino si condivideva senza formalità, tra amici e con il cuore leggero.
Dalla Tradizione all’Innovazione: il Futuro della Champagne
Tra un brindisi e l’altro, la giornata ha avuto anche momenti di riflessione. Charlotte De Sousa non è solo la nuova detentrice del bastone di Saint Vincent: rappresenta una generazione di vignaioli che sta cambiando la Champagne.
Alla cantina De Sousa, abbiamo visitato il grande uovo di legno, una delle loro innovazioni più affascinanti. È un contenitore di affinamento che incarna il perfetto equilibrio tra rispetto per la tradizione e ricerca del futuro.
Il Gran Finale: DJ Set e Risate
Dopo il pranzo, la festa è proseguita in un crescendo di convivialità. La tombola, altro momento iconico, ha messo in palio bottiglie prestigiose, tra risate e brindisi. E poi la musica, un DJ set che ha trasformato la serata in un mix perfetto tra sacro e profano, esattamente come la Champagne sa fare meglio.
Conclusione
Saint Vincent non è solo una festa, è un’emozione. È il ricordo che la Champagne non è solo lusso ed etichette prestigiose, ma è soprattutto comunità, amicizia, terra e fatica.
Quello che mi porto via da questa giornata sono i sorrisi, i calici alzati, la sensazione di far parte di qualcosa di più grande. E la certezza che, qualunque cosa accada, ci sarà sempre un bicchiere di Champagne a ricordarci chi siamo.
Questo è Saint Vincent ad Avize. E non vedo già l’ora del prossimo anno.